I benefici del canto, un toccasana per mente e corpo – Parte prima

«Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta». Khalil Gibran

Amo molto questa frase, forse perchè canto sin da quando ero bambina e il canto e la musica rappresentano per me una componente fondamentale della mia esistenza. Una grande passione che con il tempo è divenuta una professione, ma anche un vero e proprio stile di vita. Cantare fa bene a mente e corpo e non lo dico soltanto io, ma anche tanti esperti. Oggi vorrei farvi conoscere il parere di Hanna Fridriksdottir, cantante di origine islandese e docente di canto classico e moderno presso l’Accademia Europea di Musica di Erba (Co).

L’intervista è stata l’occasione per intrattenere una piacevolissima chiacchierata sull’argomento. Per una migliore comprensione e lettura, sarà divisa in due “puntate”. 

Hanna Fridriksdottir
Hanna Fridriksdottir

Ciao Hanna, grazie per la tua disponibilità. Potresti spiegarci cosa avviene all’interno del nostro corpo quando cantiamo?

È una bellissima domanda e la risposta pure. Ciò che accade all’interno del nostro corpo quando cantiamo è infatti una cosa bellissima, direi anzi meravigliosa. Certo, quel qualcosa di meraviglioso non può verificarsi se la voce rimane intrappolata in un corpo rigido e con la muscolatura sovraccarica di tensioni inutili che impediscono la produzione vocale libera. Questo non vuol dire che chi non “sappia” cantare – cioè chi non studia o non è professionista della voce – non possa trarre beneficio dal canto. Ovviamente, più si approfondisce il rapporto con la propria voce e con gli “strumenti” che ci permettono di tirarla fuori al massimo delle sue possibilità, più piacere e benessere si prova nel cantare, e anche nell’ascolto. Mentre cantiamo, all’interno del nostro corpo avviene una serie di cose. Mi riferisco a quello che succede partendo dal presupposto che la voce esca più libera possibile e non bloccata da tensioni muscolari e mentali. Basta osservare il petto di uno scricciolo (o un altro uccello canoro) come si gonfia prima di far uscire la sua irrefrenabile “cascata” di suoni diversi, per ricordarci che dentro il nostro metabolismo avviene una grande preparazione prima della produzione vocale. Beati loro, che sembrano sempre felici e spensierati, e infatti il loro canto rispecchia la loro serenità e modo di essere, e ci trasmette una grande gioia.  Per la voce umana, la cosa è più complessa, naturalmente. La nostra voce svolge un ruolo importante nella nostra vita quotidiana in quanto mezzo primario di comunicazione. Trasmette anche informazioni personali come lo stato sociale, i tratti personali e spesso anche lo stato emotivo di chi parla. Meccanicamente, la produzione vocale coinvolge una complessa interazione fluido-struttura all’interno della glottide (lo spazio che si trova tra le corde vocali) e il suo controllo da parte dell’attivazione dei muscoli laringei. C’è una frase molto bella e vera, secondo me, di Heinrich Heine, che dice: “Dove le parole finiscono, inizia la musica”. La magia del canto è pure inclusa in questo aforismo. Quello che succede all’interno del nostro organismo quando cantiamo è diverso da quello che accade quando parliamo: mi riferisco a quello che accade quando si canta con una certa consapevolezza e senso artistico. La gestione della respirazione è come sappiamo una cosa fondamentale nel canto. Niente aria, niente canto, nel senso che se si blocca l’aria, si blocca il suono. Rimane la responsabilità di noi insegnanti di canto di aiutare gli allievi a coordinare i muscoli e gli organi interessati nel meccanismo respiratorio, in modo da poter produrre i suoni più efficaci, armonici e vibranti possibili. Tipicamente, il processo della respirazione si svolge inconsciamente e richiede poco controllo o attività muscolare. La respirazione del canto invece, coinvolge molto più controllo consapevole e avviene in 4 fasi, come quella passiva. La prima ovviamente è l’inspirazione. Durante l’inspirazione prima di cantare, il diaframma si contrae maggiormente rispetto all’inspirazione effettuata durante la respirazione passiva. In più, la muscolatura esterna intercostale si contrae in modo da sollevare e allargare la cassa toracica. La combinazione di queste attività muscolari porta all’espansione del torace e delle costole in tutte le direzioni. La seconda fase della respirazione è la sospensione che mira al contrastare la tendenza naturale della laringe di controllare la pressione dell’aria nei polmoni.  Durante questa fase di sospensione, la glottide rimane aperta e libera, mentre i muscoli dell’inspirazione mantengono la cassa toracica nella posizione d’espansione. Non si inspira né espira aria in questo momento. Questa azione-non azione apre il tratto vocale e prepara il cantante per la prossima fase, l’espirazione. Durante l’espirazione del canto, i muscoli coinvolti in essa si contraggono, compensando le viscere addominali. Queste ultime sono pressate verso l’alto contro il fondo del diaframma, che a sua volta dà una pressione verso l’alto sui polmoni, diminuendo il loro volume ed espellendo dell’aria. Il compito del cantante è quello di mantenere l’espansione della cassa toracica durante la frase cantata. Il fiato viaggia quindi verso l’alto e attraversa le corde vocali, che a una certa frequenza si mettono a vibrare. Queste vibrazioni creano le nostre onde sonore e quindi sono la fonte del nostro suono. Dopodiché passiamo all’ultima fase del viaggio del fiato, quello che si verifica sopra la laringe, o quello che chiamiamo “il tratto vocale”. Il tratto vocale include la gola e la cavità della bocca, dove le nostre onde appena create risuonano prima di uscire dalla bocca. Muovendo e manipolando in maniera sottile lo spazio dentro la cavità orale insieme alla lingua e attivando i nostri muscoli articolati intorno alla bocca, diamo poi varie forme e colori alle nostre note.

E a livello mentale? 

Ciò che avviene a livello mentale nella produzione vocale è qualcosa di molto vario. È stato dimostrato scientificamente che cantando si rilasciano delle endorfine e ossitocina, entrambi noti stimolatori di sentimenti quali fiducia e buonumore, riducendo invece quelli legati all’ansia e alla depressione. È stato pure dimostrato che i cantanti tendono ad avere un livello più basso di cortisolo, con livelli di stress ridotti rispetto alla norma. Per quanto riguarda altri effetti positivi mentali, mi viene in mente la  sensazione meravigliosa nel sentire le armonie vibranti dentro il nostro corpo, dovute sia al “massaggio” del fiato sul nostro addome, sia alle belle vibrazioni delle nostre corde vocali. Sentire poi uscire un suono alimentato anche dalle nostre intenzioni musicali, un suono che ci “obbedisce”, è qualcosa di inspiegabilmente gratificante.


Possiamo dunque dire che il canto sia  un vero toccasana per mente e corpo, che incarna perfettamente il detto “canta che ti passa”. Sei d’accordo?  

Sì, assolutamente. Ovviamente occorre avere una certa “impostazione”, senza andare troppo sul tecnico, che comunque esclude il gridare, la fiacchezza, e il cantare di gola. Quante persone cantano sotto la doccia e dicono di sentire quanto la loro voce sia bella e quanto benessere dona loro, e quindi non escono dalla doccia solo puliti ma anche carichi di autostima e belle vibrazioni. In un frangente come quello della doccia ci sentiamo tutti liberi, nessuno ci sente, l’acqua scorre in armonia con le nostre note e c’è un riverbero magnifico. Mi viene in mente il personaggio di Woody Allen nel suo film “To Rome with Love”, che ha un grande talento canoro, ma fuori dalla doccia si sente completamente spiazzato e non in grado di cantare. Alla fine, per venire incontro a questa problematica, il suo agente gli fa fare un’audizione preparandogli una cabina doccia in mezzo al palco, in modo che possa tirare fuori al meglio le sue qualità vocali, con la stessa disinvoltura che sente cantando sotto la doccia… e funziona. La trovo una bellissima metafora per quello che la musica e il canto può essere per noi: un luogo sicuro del benessere, nel quale possiamo rifugiare la nostra anima in qualsiasi momento della nostra vita, anche in quelli più difficili, e da dove trasmettiamo benessere in musica agli altri.
Il canto è, se vogliamo, una terapia naturale. Quando cantiamo – oppure basta anche pensare al canto – varie arie del nostro cervello si attivano. E’ come se si illuminassero. Queste includono le “reti” legate all’udito e all’ascolto, all’organizzazione e alla pianificazione e altre ancora connesse alla memoria, alla lingua (se si canta con delle parole) e alle emozioni, naturalmente. Questo succede perché per il cervello, il processo del cantare è una cosa assai complessa; infatti, oltre alle reti già nominate, si attiva pure quella della ricompensazione. Quelle emozioni, poi, danno l’avvio alla produzione di dopamina, l’ormone del benessere. Quindi, diamoci al canto che tutto passa più felicemente e in armonia!

 

 

 

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