Michela Zanarella presenta il suo romanzo “Quell’odore di resina”

 

La copertina di “Quell’odore di resina”

Oggi ritroviamo la poetessa e scrittrice Michela Zanarella, che ci presenta il suo romanzo “Quell’odore di resina”.

Buongiorno Michela e ben ritrovata. Dopo numerose pubblicazioni di poesie, è uscito il tuo romanzo “Quell’odore di resina”, edito da Castelvecchi. Cosa ti ha spinta a dedicarti alla narrativa?

Mi sono sempre dedicata alla poesia, la narrativa la sento meno nelle mie corde. Ma questo non significa che con il tempo non si possa cambiare idea. Scrissi il romanzo quindici anni fa, l’ho tenuto nel cassetto a lungo, perché non avevo il coraggio di farlo leggere ad un editore. Dopo diciotto pubblicazioni di poesia e qualche piccola parentesi con dei racconti brevi, ho scelto di provare un genere diverso, consapevole dei rischi e dei miei limiti. Ho lasciato da parte i timori e le paure, forse era arrivato il momento di compiere questo passo. Fortunatamente ho trovato un editor come Michele Caccamo che mi ha guidato e sostenuto fino alla pubblicazione con Castelvecchi. Essere pubblicati non significa il traguardo, è l’inizio di una nuova esperienza e la vivo in serenità, senza troppe aspettative.

Ci racconti la genesi del romanzo?

Ho iniziato a scrivere la storia di Fabiola molti anni fa per raccontare un cambiamento, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. La protagonista è una giovane donna con tanti sogni e infinite speranze, che si trova a vivere situazioni particolari che la segneranno profondamente. Saranno gli incontri, le esperienze, a farle conoscere una realtà cruda e inaspettata. Fu il mio compagno, docente di scrittura creativa, a suggerirmi di provare a scrivere in un genere diverso dalla poesia. E’ stata una prova difficile, ma a distanza di tempo, sono contenta di aver fatto almeno un tentativo.

Colpisce molto la copertina del libro. Potresti descrivercela?

La copertina a primo impatto può suscitare emozioni contrastanti, disorientare, perché l’immagine è forte, come uno schiaffo improvviso, ma è identificativa della realtà in cui si trova proiettata la protagonista. Il mattatoio è il luogo che la vede quotidianamente impegnata ogni giorno, un ambito professionale non facile per una ragazza appena uscita da scuola, impreparata al mondo del lavoro. Le carcasse di suino sono il simbolo di un’umanità complessa e crudele, lo specchio di una società con cui sarà difficile rapportarsi.

Al centro del romanzo vi sono la determinazione e il coraggio delle donne. Potresti parlarci di questo aspetto?

La precarietà, il senso di solitudine e inadeguatezza sociale, sono solo alcune delle tematiche contenute nel libro. Fabiola rappresenta il mondo delle donne che faticano a trovare un impiego adeguato alle proprie esigenze. Molte donne sono costrette ad accettare lavori o situazioni che non le soddisfano. A volte è un’amara sopravvivenza, dettata dalla necessità di essere indipendenti. Fabiola, pur di essere libera economicamente, accetta un lavoro in un ambiente poco femminile, si adegua faticosamente al sistema, annullando anche i propri valori e principi. C’è uno sguardo limpido, vero, a volte ingenuo, ma attento e coraggioso nel raccontare soprusi, violenze, delusioni. Questo romanzo offre tanti spunti di riflessione sulla condizione femminile, non è solo un grido a cuore aperto sulla realtà, c’è anche un’ironia costante, che va ad alleggerire i toni, per non dimenticare mai la bellezza della vita.

Per la protagonista del romanzo, ti sei ispirata a qualcuno in particolare o è tutto frutto della tua fantasia?

Molte delle situazioni raccontate appartengono al mio vissuto, c’è tanto di me in questo libro, anche se ho inserito alcuni episodi di fantasia. Ho lavorato realmente in un mattatoio, sono stata a contatto con la morte, amo la poesia tanto quanto la protagonista. Che sia poesia o narrativa, mi piace essere sincera, con tutto ciò che comporta. Questa storia è un viaggio verso la libertà e chissà dove mi porterà.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto lavorando a più progetti. Sicuramente mi dedicherò ancora alla poesia, non mancheranno eventi e momenti di incontro e condivisione. Posso già anticipare l’uscita di una prossima raccolta bilingue italiano/spagnolo che sarà pubblicata in Argentina. Non escludo di tornare ad occuparmi di teatro. Vedremo.

 

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