Da Lecco al lago di Lugano, passando per Como, Mendrisio e Varese: si tratta di un itinerario che solo fino a poco tempo fa era impensabile, ma che un appassionato di viaggi in ferrovia non può lasciarsi sfuggire. Noi l’abbiamo fatto.
Partenza da Lecco per Como, utilizzando uno dei pochi treni su questa tratta: ore 7.51. Arrivo a Merone alle 8.24, stazione di interscambio con Ferrovie Nord Milano (FNM); qui possono prendere il treno coloro che vengono da Asso, Canzo e Erba ma anche da Inverigo, Mariano Comense e le altre fermate della linea Milano-Asso.
Partenza da Merone alle 8.25 e arrivo a Como S. Giovanni alle ore 8.57, dove possono arrivare tutte le persone che abitano nelle località servite dalla linea Milano-Como.
Fino ad agosto, i treni per Varese, linea S40, partivano da Albate-Camerlata; a partire da settembre, i collegamenti S40 iniziano e terminano la propria corsa a Como S. Giovanni tranne i collegamenti con partenza alle 5.05 e 6.05, e con arrivo alle 5.59.
Solo pochi minuti di attesa per la partenza del treno per Varese; un briciolo di tempo sufficiente per ricordare che da Como a Varese si poteva già andare in treno fin dal 1885 grazie alla linea Como-Varese di FNM soppressa nel 1966.
Per chi non ne fosse a conoscenza, diamo qualche cenno storico su questa linea, altrimenti chiamata “Traversata”, linea in concessione alle Ferrovie Nord Milano in esercizio tra il 1885 e il 1966 con una lunghezza di 17,8 km.
Le stazioni e le fermate erano quelle che si incontrano oggi percorrendo la strada statale SS 342 e cioè Grandate-Breccia, Villaguardia, Lurate-Caccivio (Casello Otto), Olgiate Comasco, Solbiate-Albiolo, Binago-S. Salvatore, Malnate.
La linea nacque per volontà dell’amministrazione della provincia di Como a cui apparteneva il territorio di quella che in seguito divenne Provincia di Varese; l’intenzione era di unire con una ferrovia il capoluogo lariano con Varese e il lago Maggiore.
La Deputazione provinciale chiese dunque al Governo Italiano la concessione per la costruzione e l’esercizio della linea Como-Varese-Laveno che fu approvata con Regio Decreto il 16 febbraio 1882.
Il 16 novembre dello stesso anno, la provincia girò la concessione alla Società Anonima Ferrovie Provinciali Comasche (FPC), la quale cominciò i lavori di costruzione.
Il 30 maggio 1885, la FPC a sua volta girò la concessione alla società ferroviaria di capitale belga Società Anonima delle Ferrovie del Ticino (SFT) che proseguì nei lavori di costruzione.
Il 3 luglio dello stesso anno, la Provincia di Como, la SFT e la Società Anonima Ferrovie Nord Milano (FNM) stipularono una nuova convenzione che segnava il passaggio delle concessioni ferroviarie della società belga alla società milanese, che era divenuta una controllata della prima.
La linea fu in seguito elettrificata (lavori ultimati il 14 dicembre 1948), ma il 31 luglio 1966 fu chiusa al traffico passeggeri, ufficialmente a causa dello scarso traffico e della lontananza fra le stazioni e i paesi.
A novembre fu soppresso il trasporto di merci lungo la Malnate-Grandate. Nel 1972 la linea fu privata della catenaria e disarmata. Reiterate proposte di una sua riapertura, che condussero anche ad appositi studi, non hanno avuto seguito.
La decisione ebbe però anche motivazioni tecniche. Il tratto Malnate-Grandate era caratterizzato da un tracciato planoaltimetrico assai accidentato. La pendenza maggiore si riscontrava tra Malnate e Solbiate-Albiolo dove raggiungeva il 20 per mille.
La stazione di Solbiate-Albiolo era posta alla massima altitudine della rete delle Ferrovie Nord Milano, trovandosi a 409 metri slm.
Possiamo dire che fu un errore imperdonabile la soppressione della linea Como-Varese; una decisione presa senza molta lungimiranza in un periodo in cui si credeva che il trasporto su gomma avrebbe risolto tutti i problemi di collegamento. Chiedetelo a chi ogni mattina impiega più di un’ora per recarsi da Como a Varese!
Ma torniamo al nostro viaggio; il treno per Varese è in partenza: ora, per compiere questo percorso, è necessario passare dal Territorio elvetico, tramite la linea S40.
Tale linea è il collegamento che unisce Como a Varese e a Malpensa Aeroporto passando da Mendrisio. Circola giornalmente tra Como e Varese a cadenza oraria (ogni 60 minuti) dalle 05.00 a mezzanotte, fermandosi in tutte le stazioni del traffico regionale. Ogni due ore il collegamento prosegue fino a Malpensa Aeroporto Terminal 1 e 2.
Unitamente ai collegamenti S50 Varese-Mendrisio-Lugano-Bellinzona è possibile viaggiare tra Mendrisio e Varese ogni 30 minuti.
Inoltre, grazie al nodo d’interscambio di Mendrisio, tutte le coincidenze sono state ottimizzate e permettono di muoversi liberamente nel triangolo Lugano-Varese-Como ogni 30 minuti.
Il treno parte da Como alle 9.13, con arrivo previsto a Varese alle 9.54; facciamo il biglietto in treno: tariffa transfrontaliera, 6,80 Euro per 37 km di viaggio… e non è poco!
Ma come può un treno che in Italia utilizza la rete a 3000 V in corrente continua funzionare anche in Svizzera dove la rete è a 15000 V in corrente alternata?
E’ un interrogativo che si pone un esperto, ovviamente: come funzionerà la transizione visto che non è previsto il cambio di motrice? Il tutto avviene senza problemi grazie ai treni TILO.
La flotta dei treni regionali TILO è composta da 40 treni Flirt (RABe 524) , 23 a quattro vetture e 17 a sei vetture. Fanno parte della flotta TILO anche 7 treni Domino a quattro vetture.
I treni Flirt (Fast Light Innovative Regional Train) sono delle composizioni moderne, silenziose e dotate di un doppio sistema di commutazione dell’energia elettrica per viaggiare sia su territorio svizzero sia italiano, che si adattano ai diversi tipi di alimentazione di corrente elettrica presenti nei due paesi (Svizzera 15 kV, corrente alternata e Italia 3 kV, corrente continua). In questo modo, non è necessario cambiare treno o motrice al confine, con tempi minimi di sosta.
A bordo, l’ambiente è particolarmente confortevole grazie alla climatizzazione controllata, ai comodi sedili e alle ampie vetrate. Le entrate con pianale ribassato facilitano l’accesso alle persone diversamente abili, alle mamme con passeggini, ai viaggiatori con valigie e alle biciclette. La prima classe dei treni Flirt è equipaggiata con doppie prese elettriche con voltaggio svizzero e italiano.
Siamo in viaggio da pochi minuti e giunti in territorio elvetico un colpo proveniente dal tetto della vettura attrae la nostra attenzione: è il cambio di pantografi. Ora la motrice non prende più energia dalla rete italiana a 3000 V, ma da quella Svizzera a 15 kV. Avverrà il contrario quando attraverseremo di nuovo il confine a Cantello-Gaggiolo.
Se non si vuole andare fino a Varese, si può cambiare ad Arcisate dove alle 10.34 arriva da Milano il treno per Porto Ceresio. Il treno giunge nella località sul lago di Lugano alle 10.45.
Porto Ceresio è una tranquilla e ridente località del lago di Lugano, sita al confine italo-elvetico avente come sfondo l’ampio anfiteatro delle Alpi. Ceresio (dal latino Ceresium) è il nome letterario del lago di Lugano, mentre il prefisso Porto sta a testimoniare che questa località è sempre stata un punto di attracco per i battelli provenienti da nord fin da tempi remoti.
Porto Ceresio appartiene alla comunità montana del Piambello, un’altura di 1129 m composta da rocce di origine vulcanica.
Essa deve il suo nome proprio a questo monte appartenente alle Prealpi Varesine e si trova nella parte nord orientale della provincia di Varese, di cui fanno parte venti comuni; si caratterizza per il territorio molto variegato, in cui ampie vallate modellate dai ghiacciai si alternano a dolci rilievi prealpini e a numerosi corsi d’acqua.
Il lungo lago è molto bello: percorrendolo a partire dall’imbarcadero, situato proprio fuori dalla stazione, fino alla chiesa parrocchiale dedicata a S. Ambrogio, si incontrano numerosi ristoranti e pizzerie, dove è possibile pranzare; durante la bella stagione si può farlo anche all’aperto.
Merita una visita la chiesa di S. Ambrogio, che si raggiunge tramite una breve ma ripida scalinata. La chiesa, risalente al XVI secolo, è ricca di decorazioni barocche -lombarde.
Il tempo scorre velocemente ed è ora di tornare; per il rientro a Como e quindi ognuno alla propria destinazione finale, si potrebbe anche optare per un’altra via, certamente impegnativa, sia per i costi, sia per i tempi, ma molto interessante.
Dall’imbarcadero di Porto Ceresio, orari permettendo, si potrebbe prendere il battello per Lugano e quindi rientrare a Como in treno dalla cittadina svizzera.
Sarà per un’altra volta; noi abbiamo deciso di effettuare lo stesso percorso dell’andata: da porto Ceresio ad Arcisate e da Arcisate con treno TILO fino a Como S.Giovanni.
Nel viaggio di ritorno sarebbe stata molto interessante anche una sosta alla fermata di Bisuschio-Viggiù.
A Bisuschio, infatti, c’è la Villa Cicogna Mozzoni, cinquecentesca dimora , capolavoro del tardo rinascimento lombardo, oggi proprietà del FAI, dove si possono ammirare stupendi affreschi attribuiti alla scuola dei pittori cremonesi Campi.
Una leggenda narra che lo stemma dei proprietari della villa avrebbe avuto origine da un fatto accaduto a un uomo valorosissimo di nome Beltramo, il quale venne assalito da una grossa serpe che venne uccisa da una cicogna. In segno di gratitudine, Beltramo fece mettere sul proprio scudo l’effigie di una cicogna.
Partendo da Porto Ceresio alle 15.16 l’arrivo a Como è previsto per le ore 16.17.
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1 thoughts on “Un bel viaggio in treno tra Italia e Svizzera”