Si è recentemente conclusa con successo la 55esima edizione del Festival Internazionale di Cartagine con il Gran Galà dell’Opera Lirica Italiana.
Il Luglio Musicale Trapanese ha portato in scena, venerdì 23 agosto scorso, al Teatro di Cartagine, il Gran Galà dell’Opera Lirica Italiana.
L’evento ha visto la partecipazione di oltre 5000 spettatori. Tra i presenti, il consigliere delegato dell’Ente Luglio Musicale Trapanese Silvio Ermenegildo Ceccaroni e il direttore artistico Giovanni De Santis, oltre a numerosi esponenti del governo tunisino tra cui Mohamed Zine El Abidine, Ministro degli Affari Culturali, e Lorenzo Fanara, Ambasciatore d’Italia a Tunisi ed ancora altri importanti rappresentanti di istituzioni come Donald Blome, ambasciatore degli Stati Uniti d’America a Tunisi, Sergey Nikolaev, ambasciatore della Russia a Tunisi, Nikola Lukic, ambasciatore della Serbia a Tunisi, e Marouane El Abassi, Governatore della Banca Centrale della Tunisia.
Si è trattato di un vero e proprio viaggio musicale tra i capolavori del melodramma italiano con le sinfonie, le arie e i cori che hanno fatto la storia dell’opera lirica. Quei capolavori che, nell’arco di pochi secoli, hanno diffuso nel mondo la cultura musicale italiana. L’Opera, in particolare, essendo costituita da musica, voce e azione scenica, ha acceso gli animi, ha emozionato e appassionato tutto il pubblico presente.
Una grande serata di gala sotto le stelle di Cartagine con quattro solisti di caratura internazionale: il soprano Francesca Sassu, il mezzosoprano Valeria Tornatore, il tenore Rosario La Spina, il baritono Giuseppe Garra accompagnati dall’Orchestra e dal Coro dell’Ente Luglio Musicale Trapanese. Direttore il maestro Andrea Certa, con il coro che è stato istruito dal maestro Fabio Modica.
Dal Nabucco al Trovatore, da Pagliacci a Cavalleria Rusticana, da Manon Lescaut a Rigoletto, da Norma a Turandot, e per finire La Traviata. In apertura di serata, gli inni della Tunisia e dell’Italia. A seguire i grandi capolavori di Giuseppe Verdi, arie di Mascagni, Bellini, Puccini, Leoncavallo. Ha chiuso il programma la celebre aria «Libiamo ne’ lieti calici» tratta dall’opera La Traviata.
Si è trattato di un evento inserito nell’ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera «Medithéâtres Grande musique dans les anciens théâtres mediteranéens». Il nome Medithéâtres è un acronimo di Med(iterraneo), IT(Italia e Tunisia) e Théâtres: l’idea è quella di creare un polo d’eccellenza nell’ambito della musica lirica e sinfonica dell’intero Mar Mediterraneo, con l’obiettivo di costruire una simbiosi che già esiste nella teoria e nella storia, ma che in tal modo diventerà un’offerta turistico-culturale integrata, a partire dai siti di interesse storico in Sicilia e in Tunisia.
«Il progetto ha una forte connotazione che va oltre il profilo della cooperazione transfrontaliera. Partiamo dalla cultura che per noi chiaramente è la stella polare, ma ad essa vogliamo abbinare anche un modello di progetto economico-imprenditoriale turistico, legato alla produzione dell’opera lirica: in un momento storico in cui si parla troppo di separazioni, la nostra visione del Mediterraneo è quella di un unico continente fatto di mare e di terra, di opera lirica e musica sinfonica da mettere in scena nei teatri di pietra del Mediterraneo; la musica unisce i popoli», così dichiara Giovanni De Santis, direttore artistico dell’Ente Luglio Musicale Trapanese.
Un progetto di cui l’Ente stesso è capofila, in partnership con il Distretto Turistico della Sicilia Occidentale, gli Amici della Musica di Trapani per la parte italiana, ed il Teatro dell’Opera di Tunisi, l’Orchestra dell’Opera di Tunisi e l’AMVPPC – Agence de Mise en Valeur du patrimoine et de Promotion Culturelle, facente capo al Ministero degli Affari Culturali della Tunisia e CONECT, organizzazione di categoria degli imprenditori tunisini. Il progetto vede tra i partner istituzionali il MiBACT, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura a Tunisi, che sono stati promotori della rassegna “La Settimana dell’Opera Italiana in Tunisia“, strettamente collegata con il progetto Medithéâtres.
Tutto ciò si è infatti concretizzato l’anno scorso, come prima tappa, portando all’Anfiteatro di El Jem e al Teatro di Cartagine un’opera come Aida, concepita per celebrare l’apertura del Canale di Suez (1868) e commissionata a Giuseppe Verdi dal sovrano egiziano Isma’il Pascià. L’opera, in Tunisia, mancava da oltre 60 anni.