“La ragazza dei fiori”, di Chiara Maggi – la recensione

“La ragazza dei fiori” di Chiara Maggi (CTL Livorno, 2022 pp. 458, 21.50 Euro) è un fantasioso romanzo di formazione che coinvolge il lettore oltre la consistenza sensibile delle fitte pagine, nel potere miracoloso delle emozioni e converte le passioni e le sofferenze della vita nella descrizione psicologico-intimista delle vicende esistenziali.

Chiara Maggi dona profondità narrativa alla sua storia attraverso i sentimenti e un’intensa maturità espositiva. Il suo esordio letterario è una dichiarazione luminosa e positiva del mondo interiore, un filtro tenero e generoso delle atmosfere sentimentali, influenzate dal cammino spirituale della propria vocazione.

“La ragazza dei fiori” è un itinerario dolce e toccante intorno alla percezione dell’incertezza e dell’insicurezza emotiva della protagonista. Chiara è una ragazza bisognosa d’amore, in cerca di un suo personale riconoscimento alla propria appartenenza, che avverte la necessità di superare la debolezza delle difficoltà e nella modulazione del passaggio dall’infanzia all’età adulta intona il confine della sua timidezza, comprende la variazione del dolore come limpido strumento per la saggezza. La trama del libro dispiega l’effetto consapevole e potente del calore della vicinanza, la riflessione umana della protagonista Chiara, tra contrasti impulsivi e conseguenze infelici, occasioni fortuite e incontri inattesi, concentra l’evoluzione fortunata e determinata dell’esperienza, l’intreccio imprevedibile e inaspettato degli avvenimenti descritti. L’importante e indispensabile confronto con gli altri personaggi che interagiscono con la protagonista, lascia intravedere il riflesso dei contenuti relazionali, l’espressione della propria realizzazione. L’autrice affonda nella qualità letteraria della scrittura romanzata, il destino imprevisto del vissuto, la sequenza riflessiva del legame introspettivo. Confessa, con una romantica e delicata voce narrante, il disagio crudele delle assenze subite, la malinconia sfumata delle mancanze, la difficoltà delle carenze affettive. Restituisce, contro il timore dell’abbandono, la coraggiosa resistenza nell’affrontare la realtà, nell’incoraggiare la vitalità della speranza, il sostegno delle aspettative. “La ragazza dei fiori” plasma il desiderio universale della rinascita, insito in ognuno di noi, identifica l’attesa fiduciosa delle proprie aspirazioni, realizza la convinzione fiduciosa della necessità favorevole di ogni cambiamento, accoglie, nella proiezione romanzesca degli ideali, la libertà di scegliere una seconda possibilità per superare lo smarrimento delle esitazioni, sciogliere l’amarezza delle delusioni e sollevare il valore della condivisione. La purezza del cuore di Chiara incanta il significato autentico delle parole, sprigiona l’essenza responsabile della volontà, allontana le fragilità. Chiara Maggi assiste e difende l’equilibrio eterno dell’anima, la corrispondenza del perdono, la comunione con gli altri, la partecipazione alla felicità, la promessa della presenza. Schiude l’infinita simbologia dei fiori con il segreto salvifico dell’altruismo, sprigiona la serenità nella direzione della seguente frase: “L’anima ha il profumo dei fiori”.


Rita Bompadre 

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