“Risacche” di Cipriano Gentilino (Terra d’Ulivi Edizioni, 2023 pp. 76 € 13.50) è una raccolta poetica che rimanda all’osservazione profonda dei movimenti sensibili, avvolti nello slancio interiore di ritorno di un’onda emotiva. L’autore accoglie le dinamiche esistenziali delle difficoltà umane, si confronta con l’origine delle contingenze, incrocia il vitale flutto della riflessione e si misura con le derive dell’uomo.
L’intenso e intimo tracciato dei versi racchiude la consistenza espressiva degli stati d’animo, indica la destinazione filosofica del tempo, lungo le istintive possibilità di resistenza, spiega la determinazione del coraggio, decifra la natura evocativa delle immagini e il segno imperscrutabile delle ispirazioni. Cipriano Gentilino attraversa il sentiero della vita, si scontra con la voce dolorosa delle solitudini, si consegna al solco della scrittura, scolpito nell’immediatezza delle idee, nutre la consapevolezza di una preghiera pagana, custodisce la vocazione emblematica dell’oracolo delle interpretazioni. Espone il commento della realtà attraverso la viva conoscenza dei paesaggi, rintraccia l’eco struggente dei luoghi, ritrova l’epifania autentica dei destinatari, insegue il cammino esegetico di una solidarietà morale, abbraccia la cifra simbolica di ogni legame, conferma il valore ancestrale della poesia, in grado di svelare il significato inconfessato di ogni smarrimento. L’infinita qualità metaforica, tratteggiata nella poesia di Cipriano Gentilino, oltrepassa la vertigine del malessere, illustra la burrasca dei sentimenti, sintetizza l’amarezza dei contrasti, trasforma l’essenza dell’uomo nella dimensione introspettiva dell’empatia, assiste l’immenso dispiegamento delle impetuose increspature. Cipriano Gentilino impiega lo strumento conoscitivo del disincanto, affronta il crudele destino della contemporaneità, fronteggia l’ineluttabile provvisorietà, accorda le lucide inquietudini dell’abisso spirituale con la ricerca confortante di un equilibrio, rafforza, nella efficace motivazione dei versi, l’espressione dell’identità e rinnova l’intuizione dell’appartenenza. “Risacche” dona al lettore un desiderio animoso verso la libertà, mostra con l’accurata corrispondenza delle assonanze poetiche, l’osservazione delle proprie esperienze dentro il sussurro dell’anima. Il fragore ricettivo delle parole annuncia la vibrazione persistente del cuore, immedesima l’oscillazione delle passioni con la frantumazione delle speranze. Cipriano Gentilino ritrova la percezione della vicinanza affettiva, nella condivisione del dialogo poetico, scioglie la ricorrenza delle mancanze oltre il silenzio dell’estraneità, valica la stagione dell’ambiguità del vuoto, rievoca la densità degli affanni. L’universo psichico del poeta trascende una luminosa tensione che illumina le metamorfosi della moderna realtà, interroga l’inconscio, riemerge dalla simbologia di ogni limite, orienta l’evolversi del sentire, comunica la similitudine ontologica della risacca, estende la peregrinazione dell’umanità. Una sequenza visiva di ricordi e di richiami alimenta l’intervallo ripetitivo della nostalgia e dell’inclinazione elegiaca alla dispersione, trattiene il fondamento di colori e odori legati alla superficie originaria dell’accoglienza.
Rita Bompadre