Intervista a Massimiliano Conte, presidente di ANFoC

Intervista al dottor Massimiliano Conte, Presidente dell’Associazione Nazionale Formatori, Criminologi e Criminalisti. Dottore in Psicologia, Criminologo, Esperto in psicodiagnostica clinica e forense, esperto in mindfulness e psicologia dell’emergenza. Formatore specializzato in criminologia. Scrittore di libri specialistici (Dinamica dell’interrogatorio giudiziario: tecniche e metodi, Enciclopedia essenziale ed illustrata delle parafilie sessuali, psicodiagnostica clinica applicata ai concorsi ed ai colloqui di lavoro, La perizia criminologica, Psicologia sessuale: aspetti clinici, psicologici e criminologici, Satanismo), Criminologia dell’Occulto:aspetti teologici, giuridici, clinici e criminologici e Direttore ed Editore della rivista CriminologicaMente (codice ISSN: 2785-6526)e Opus Scientia (codice ISSN: 2785-0692) sulla quale pubblica anche propri articoli specializzati del settore.

Presidente buongiorno e grazie per la disponibilità. Che cos’è ANFoC?

L’Associazione Nazionale Formatori, Criminologi e Criminalisti è una realtà professionale iscritta presso il Registro delle Associazioni Professionali in carico al MIMIT (Ministero per le Imprese e del Made in Italy), II Registro. Questa importante iscrizione ci consente il rilascio dell’attestato di qualità e qualificazione dei servizi, ai sensi della L. 4 del 2013. L’ANFoC si ripropone di rappresentare tre categorie: i formatori specializzati in materie criminologiche e criminalistiche, i professionisti della criminologia e della criminalistica. Si accede sulla base di requisiti che possono essere verificati su www.anfoc.it . I nostri iscritti possono avere anche l’attestato di qualità e qualificazione dei servizi, previo superamento di un corso di formazione con esame finale, istituito per dare forza e professionalità al documento stesso.

Come si compone ANFoC? Come è organizzata, ci dica di più.

L’Associazione è strutturata su tre poteri, tutti autonomi fra loro. Al nostro interno abbiamo il potere amministrativo e gestionale che viene affidato al Consiglio Direttivo, il quale si compone di sei membri. Abbiamo poi la gestione della scienza e delle sue attività, che viene amministrato dal Comitato Tecnico-Scientifico, di cui sono anche il Presidente. Al suo interno, esiste la cosiddetta Commissione Operativa, la quale è fondamentale per dar vita ai progetti che il Comitato intende realizzare. Infine, essendo un’Associazione iscritta al MIMIT, gestiamo la disciplina mediante un’apposita Commissione, altamente specializzata e composta da cinque membri le cui decisioni sono inappellabili. Abbiamo anche la Scuola di Scienze Criminologiche e Criminaliste ed una Biblioteca sociale che consta di 55 volumi.

Sembra una realtà molto complessa e strutturata…

Confermo. Gestire un’Associazione che si compone di professionisti del settore ci obbliga a tenere una strutturazione burocratica molto complessa. In ANFoC a garanzia di tutti, ogni cosa viene verbalizzata su appositi registri, di cui il socio può sempre richiederne copia. La Commissione di Disciplina inoltre, è un organo super partes, il cui compito è quello di garantire sia nel merito che nella legittimità, quanto gli Organi ANFoC fanno. Chiunque può rivolgersi alla Commissione per tramite del sottoscritto e far valere i propri diritti, purchè debitamente strutturati.

Ho sentito che avete la figura particolare del formatore abilitato. Ce ne vuole parlare?

Quando fondammo ANFoC e la iscrivemmo all’allora MISE (oggi MIMIT), l’attestato di qualità e qualificazione dei servizi veniva rilasciato di default al socio. Oggigiorno non è più così. Resici conto dell’importanza di un simile attestato e individuati i criteri interni per assegnarlo, ho proposto al Consiglio Direttivo di strutturare il rilascio in modo più meritocratico. In altre parole, il socio che ambisce all’attestato, deve sostenere un esame abilitante, su un opuscolo che abbiamo creato in Commissione Operativa. Ovviamente, questi corsi devono essere incardinati all’interno di una formazione specialistica. Ed ecco che nasce l’abilitazione. Il socio che la consegue, ha sostenuto un esame molto duro e ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, di possedere i requisiti per insegnare ai futuri soci. Il formatore abilitato viene investito della qualifica di tutor e aiuta i soci iscritti al suo corso, a conseguire l’attestato o l’abilitazione stessa. È un incarico di grande responsabilità.

Quali sono, in concreto, le attività che fa ANFoC al di là della rappresentanza?

Ci occupiamo di formazione. Proponiamo corsi altamente qualificanti che tendono a dare un aspetto pratico al percorso post-universitario. Da noi, il socio o il socio allievo che si avvicina alla nostra realtà formativa impara materialmente ad operare nel mondo del lavoro. La formazione universitaria, infatti, è rinomatamente teorica e pertanto il giovane che si affaccia sul mondo del lavoro necessita di una formazione supplementare e altamente specializzata che gli insegni materialmente il mestiere. Redigere una perizia, procedere ad un colloquio criminologico, leggere annotazioni delle Forze dell’Ordine o studiare i fascicoli che producono i Gabinetti di Polizia Scientifica sono tutte cose che non si insegnano all’università ma possono essere imparati in ANFoC. Ci occupiamo anche di scrivere libri per poi impiegarli nei nostri corsi.

Editate anche delle riviste, è corretto?

Sì. L’Associazione possiede due testate criminologiche e criminalistiche. La prima è la sorella maggiore, se così possiamo chiamarla. Si chiama Criminologicamente ed è l’evoluzione della prima rivista in assoluto che editavamo (Vita&Scienze). Parla di criminologia e criminalistica e si compone di contributi che analizzano casi di cronaca nazionale ed internazionale. Vi è anche la rubrica sui Serial Killer in cui raccontiamo le tristi gesta di questa parte della società che tanto affascina i lettori di storie noir e sono una scuola teorico-pratica per i criminologi e criminalisti di tutto il mondo. La seconda rivista si chiama Opus Scientia e tratta unicamente la criminologia dell’occulto. Esaminiamo casi provenienti dai più cupi meandri del mondo e li analizziamo sotto una luce scientifica. Opus Scientia si ripromette (con un lavoro di scienza, come suggerisce il nome) di far comprendere i profondi meccanismi che riguardano l’uomo e l’occulto. Molte truffe, infatti, vengono consumate in queste modalità.

Abbiamo anche una terza rivista in cantiere, Shoshanna. Questa rivista tratterà la sessualità umana, sempre sotto un punto di vista criminologico. Con queste tre periodici, l’ANFoC ha una rivista per ogni esigenza e per ogni interesse.

Che futuro prevede per ANFoC?

L’Associazione è una realtà in continua trasformazione. Abbiamo ottenuto diversi riconoscimenti fra le Istituzioni e gli Enti pubblici e stiamo diventando una realtà sempre più solida, in cui molti criminologi e criminalisti ci stanno raggiungendo, sia per la qualità della formazione che diamo, sia per le attività che strutturiamo e creiamo ogni anno. Il nostro palinsesto di corsi varia di anno in anno ed è sempre più performante e attento alle esigenze del professionista. Scegliere ANFoC non è un salto nel vuoto. È un salto in un mondo professionale altamente strutturato, capace di restituire al socio, in termini di servizi, una serie di utilità per il suo lavoro e la crescita professionale delle persone che si affidano a noi.

La ringrazio molto, Presidente. È stato un piacere.

Il piacere è tutto mio. Grazie a te, Chiara, per avermi ospitato su Diamo voce alla cultura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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