La scrittrice Laura Zappata presenta “Il silenzio e la cenere”

      La copertina del libro

Oggi, 8 marzo, è la festa delle donne e noi di Diamo voce alla cultura vogliamo celebrare questo giorno attraverso un’intervista. 

Ci troviamo in compagnia della scrittrice Laura Zappata che ci parla del suo ultimo libro “Il silenzio e la cenere“. L’opera è dedicata alle donne e il filo conduttore è l’emancipazione femminile. 

Ciao Laura, ci spieghi com’è nata la tua passione per la scrittura?
Ho sempre avuto tanta fantasia e creatività, fin da piccola, anche nei giochi e nell’inventare storie. Inventavo storie per me e le mie amiche. Ci travestivamo e “recitavamo”… Poi inventavo storie per le mie bambole e per le figurine di carta che disegnavo e poi ritagliavo. Erano dame e cavalieri con vestiti sontuosi, disegnati e colorati da me, che facevo muovere attraverso infinite avventure. Ecco, forse è nata lì la mia passione nel raccontare storie, è nata dai giochi.

Nel tuo primo libro, “Il lago dei volti nascosti“, ti sei cimentata – in maniera molto abile – nel genere giallo. “Il silenzio e la cenere”, invece, è un romanzo. Ci potresti raccontare la genesi del libro?
Volevo dedicare un libro alle donne in generale, e a mia mamma in particolare. Quando è mancata ho riletto alcune pagine da lei scritte e ho pensato che avrei potuto creare un romanzo partendo da lì. Dopo il giallo ho deciso che la mia scrittura debba servire ad uno scopo, qualsiasi cosa io scriva anche in seguito. Quindi, basta con libri di evasione pura e semplice, voglio lasciare anche un messaggio quando scrivo. Ne “Il silenzio e la cenere” ho voluto attirare l’attenzione verso il diritto alla libertà e all’uguaglianza per entrambi i sessi.

Tu sei torinese di nascita e il volume è ambientato in parte proprio a Torino, poi anche a Erba, cittadina in cui sei cresciuta, passando per Sestri Levante. Dalle tue parole traspare amore per il capoluogo piemontese, ma anche per la cittadina comasca e il suo territorio. Tra i ringraziamenti, il primo è per i tuoi genitori che ti hanno raccontato della guerra e del suo passaggio a Torino. Quanto hai preso spunto da questi racconti e poi anche dalla tua vita – soprattutto per la parte riguardante Erba – per scrivere “Il silenzio e la cenere”?
Come dicevo, l’ispirazione l’ho tratta dagli scritti di mia mamma, una specie di breve autobiografia, in cui si parla molto della sua infanzia e della situazione storica del momento. Lo sfondo storico viene da lì e dai racconti orali di entrambi i miei genitori e dei nonni. Le vicende, per la maggior parte sono di fantasia, così come i personaggi, però la questione del trasferimento l’ho vissuta in prima persona e ne ho sempre sentito parlare tanto in famiglia. D’altra parte in ogni romanzo c’è qualcosa della vita dell’autore, si scrive di ciò che si conosce meglio o di ciò che veniamo a sapere e ci colpisce.

Il filo conduttore di tutta la vicenda è l’aspirazione, da parte della donna, a emanciparsi dall’uomo. Credi che oggi le donne abbiano finalmente raggiunto l’emancipazione o c’è ancora strada da fare?
Di strada da fare ce n’è ancora tanta. Le donne sono spesso vittime di uomini carnefici, e questo è il problema più grave. Poi ci sono ancora tante situazioni di disparità, ad esempio nel lavoro, in famiglia. La mia sensazione è che si badi più ad eliminare le distinzioni nella forma che nella sostanza. Vedi ad esempio coloro che vogliono abolire i generi nella scrittura, o aggiungere parole come “sindaca” al vocabolario italiano. A me tutto questo fa un po’ ridere: stiamo a discutere su queste cose quando in Italia viene ammazzata una donna ogni 3 giorni…

La scrittrice Laura Zappata con il suo ultimo libro
      Laura Zappata con il libro

Per i tuoi personaggi e in particolare quello di Anna, la protagonista, ti sei ispirata a qualcuno?
Mi sono ispirata a tante donne conosciute nella mia vita, non ad una in particolare. Da ciascuna ho preso qualcosa ed è… nata Anna!

Anna, nel corso della sua vita, ha rinunciato alle sue aspirazioni e ai suoi desideri in favore del marito e dei figli. Secondo te, perché sono quasi sempre le donne a fare rinunce per amore?
Perché hanno avuto questo modello in famiglia e questo insegnamento. Sono soprattutto i modelli che indicano ai giovani la strada. Un padre che tratta la moglie come una schiava lascia intendere ai figli che questo sia normale, soprattutto se la moglie lo asseconda. Nel caso di Anna c’è l’aggravante di non aver conosciuto la madre e di aver avuto un padre militare. E’ solo grazie alle sue amicizie, all’istruzione e alle rivendicazioni delle donne che lei si rende conto che il modello che ha sempre avuto davanti agli occhi ha qualcosa di sbagliato. Tuttavia, il modello è talmente forte che fatica a contrastarlo.

Alcune figure maschili del romanzo non hanno un comportamento proprio esemplare, basti pensare a Giulio, Saverio, Enrico e Silvio…
Sì, me ne sono accorta! Spero che i maschietti non me ne vogliano… diciamo che per far quadrare la storia mi servivano dei personaggi maschili poco esemplari.

Dove è possibile trovare il libro?

In tutti i più noti bookstore online e anche nelle librerie, su ordinazione. 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Un romanzo che parli di bambini abbandonati e violati. Terreno molto scivoloso… ma interverranno nelle indagini i personaggi de “Il lago dei volti nascosti” e vedremo se riusciranno a fare qualcosa. Quindi sarà probabilmente un giallo, ma con un contenuto molto “tosto”.

Ringraziamo Laura Zappata per questa bella chiacchierata e le auguriamo successo per il suo ambizioso progetto!

È possibile seguire Laura sulla sua pagina Facebook e sul suo canale YouTube

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