“Un amore assoluto” di Marco Galvagni, la recensione

“Un amore assoluto” di Marco Galvagni (Eretica Edizioni, 2023 pp. 60 € 15.00) contiene il cuore privilegiato e spontaneo delle emozioni, modula l’incondizionato disvelamento della poetica amorosa oltre la velatura pulsante delle illusioni.

Marco Galvagni associa la sintonia dell’istinto con l’identità dello spirito, accoglie l’energia naturale del principio oscillante dell’amore, l’inclinazione autentica e sincera della complicità, nell’esperienza adorante dell’incontro, nel coinvolgimento appassionato delle proiezioni affettive, irradia la consacrazione allo scintillio prolungato dell’innamoramento. Riflette, nella solennità languida dei versi, la manifestazione totalizzante dei desideri, sigilla, attraverso l’intesa del piacere, l’estasi seduttiva degli occhi, la generosa attrazione dei sorrisi, rivolge l’orizzonte ammaliante della vita all’ispirazione dell’elegia destinata alla donna amata.

La poesia di Marco Galvagni omaggia la sapienza innata dell’ars amatoria, offre la qualità sensibile dell’ascolto, custodisce la ragione della conquista e rafforza l’attenzione premurosa e amorevole del legame, insegue l’incanto carezzevole della relazione, traducendo la sontuosa speranza della propria esperienza personale. Il sentimento d’amore è descritto come la magnificazione celebrativa della vicinanza fisica, sostenuta dall’ebbrezza del corteggiamento, svelata come un fondamento rivelatore, una partecipazione inebriante e condivisa.

Marco Galvagni amplifica i suoi versi nella devozione di un vincolo che lega corpo e anima, rinnova, dalla colta combinazione tra componenti estetizzanti, il privato vitalismo, manifesta il proprio entusiasmo nelle suggestive espressioni della natura, nelle dichiarazioni affascinanti delle stagioni, nella tentazione lusinghiera dei luoghi e nel richiamo audace e infinito dell’universo dominato dalla passione. Decanta l’indole romantica del sogno, la nobile capacità di suscitare l’intensità delle promesse, le persuasioni devote e sensuali. I testi concentrano magistralmente l’influenza dei sensi, esposti come strumento conoscitivo per affiancare la realtà e capirla, declinano la raffinata bellezza di un ideale femminile evocato e vagheggiato, rinforzano la destrezza sentimentale con l’intrinseca esaltazione della voluttà, incoraggiano a trattenere ogni sensazione come occasione sublime di identificazione e congiunzione con il tutto, come propensione illimitata ad abbandonarsi alla magia celebrativa, ricambiata, di ogni intimo abbandono.

L’efficace padronanza del mezzo espressivo nelle poesie di Marco Galvagni assorbe l’indirizzo sensitivo delle parole e consuma il misterioso sedimento oscuro dello stupore e della meraviglia. Il poeta, impaziente di possedere l’invisibile e impalpabile lusinga d’amore, scava nella parola il segno perfetto dell’appartenenza, la segreta corrispondenza condivisa nella diffusione delle sorprendenti e invitanti complicità, interpreta l’indefinibile compiacenza e l’inafferrabilità del presentimento, avverte il timore ineffabile dell’attesa, il rapimento chimerico. Insegue l’immagine inesauribile dell’idillio, il labirinto sfuggente degli episodi memorabili, la divinazione del tempo, gli incroci inclinati degli appuntamenti. “Un amore assoluto” concede alla sua lettura la sensibilissima confessione della volontà di amare e di essere amati, l’esplosione panica del mondo interiore, la gioia di vivere.

Rita Bompadre

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