Va in archivio la terza edizione di Como Fun, la seconda dell’anno solare 2023 che si conferma un successo sotto tutti i punti di vista. Decine di migliaia di visitatori, centinaia di espositori, decine di ospiti e di eventi nell’Evento. Proviamo a spiegare l’esperienza della cultura pop con un viaggio immersivo attraverso i cinque sensi.
La melodia di Como Fun ha infinite tonalità ed è omnidirezionale. C’è il suono un po’ retrò dei giochi di una volta, costruiti con legno, metallo e corda che i più piccoli scoprono meravigliati. C’è lo schiocco deciso delle trottole che si spintonano per raggiungere il centro della plancia di gioco. C’è il bip bip dei primi pionieristici videogiochi, tanto semplici quanto ancor oggi avvincenti. C’è il tambureggiare delle dita sui pulsanti delle consolle arcade da bar e il cigolio delle molle dei joystick. C’è il fruscio dei manga. E poi c’è la musica, di mille generi diversi, che pervade l’intera area della manifestazione.
Qual è il sapore di Como Fun? Non ci sono dubbi: è quello del Paese del Sol Levante! Morbidi mochi al sesamo, ai fagioli azuki rossi o al the verde, croccanti chip di riso con i personaggi di Naruto sul sacchetto oppure un tradizionale onigiri, la polpetta di riso onnipresente nei manga.
Anche l’olfatto è attratto da profumi tipicamente giapponesi: ramen caldo con condimento a scelta tra numerose salse più o meno piccanti, di cui l’ispettore Zenigata è sempre stato ghiottissimo, o un prelibato curry di verdure delicato ed esotico al tempo stesso.
La vista è catturata da un’infinità di forme e colori. Dall’alto, ogni padiglione di Como Fun è un immenso caleidoscopio in continuo mutamento. Gadget, quadri, miniature, pupazzi, magliette, spade laser, katane, fumetti, manga, dvd, mattoncini e tantissimo altro merchandising si susseguono senza soluzione di continuità.
E il tatto? Oltre ad intervenire in gran parte di quanto elencato sinora, si possono lanciare dadi icosaedrici seduti ai tavoli dei giochi di ruolo mentre il gran maestro illustra le regole. Si possono scattare foto ai cosplayer ed ammirare l’accuratezza dei costumi e l’abilità realizzativa di alcuni veri e propri esoscheletri (power rangers, unità SWAT, mostri di natura rettiliforme, ecc.) e ci si può cimentare negli innumerevoli laboratori didattici.
Senza dimenticare i concerti da sold out di Giorgio Vanni – applauditissimo – al sabato e dei dissacranti (e simpaticissimi) Gem Boy con la superstar Cristina D’Avena la domenica. Gli incontri con i doppiatori, gli youtuber, buona parte dello staff storico di Bim Bum Bam e della Melevisione, gli artisti del pennello, i wrestlers. Ancora una volta lo staff di Hidden Doors ha fatto centro. Aspettiamo con impazienza la prossima edizione!
Fabiano Ghilardi